È stata un'esperienza «unica, emozionante, esaltante, stupenda, bellissima». Sono solo alcuni dei commenti raccolti fra i ragazzi, i docenti, i radioamatori della sezione di Feltre, il personale Ata.
Per ben due volte (poco dopo le 8 e alle 9.45), i ragazzi delle terze delle secondarie di primo grado (medie) di Mel e di Lentiai (riuniti nell'aula magna della primaria di Mel) hanno potuto parlare con l'astronauta Paolo Nespoli, collegato a circa 400 km dalla terra, in orbita con altri due colleghi sulla stazione spaziale internazionale (Iss).
Tutti gli alunni dell'Istituto comprensivo guidato da Giuseppe Sommacal hanno potuto seguire l'evento, collegati via internet (http://www.livestream.com/amsat_italia), distribuiti nei vari plessi.
«Puntare sempre in alto, perché le stelle non sono così lontane», è stata la frase di Nespoli che forse più ha colpito l'immaginazione dei ragazzi. Oggi è difficile andare nello spazio e collegarsi, ma in un futuro, per l’astronauta, sarà come prendere l'aereo. Poi, le risposte alle domande degli alunni e le notizie sulla missione.
Ha spiegato che «nella Iss giovedì arriverà un nuovo veicolo giapponese, con braccio meccanico, da collaudare». O che si studia «l'unione di alcune sostanze, in assenza di gravità».
Poi, "davanti" alla comprensibile emozione dei ragazzi, Nespoli ha dato alla conversazione anche molto di umano, di personale. Ha spiegato che gli piace la tecnologia, che si sente a suo agio nella tuta spaziale e che è singolare l'effetto di muoversi, in assenza di gravità.
E ancora: che con sè ha portato alcuni ricordi consegnatigli dai familiari e dagli amici, fra cui un cappellino rosso datogli da sua figlia, che aleggia nella navicella. O che gli mancano la natura, la famiglia e gli amici, ma che è in contatto con loro anche attraverso il telefono.
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